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Immagine del redattorecerraclaudio61

“IRA”

Aggiornamento: 20 mag 2021

“La modernità, la morte dell’antico, apre le porte all’oblio e al nulla.

Lo scontro si allarga ai mondi interiori e l’orrore dilaga, creando dagli abissi

una superba frammentazione”.




IRA, è uno spettacolo di Teatro-danza, con in scena due danzatori e 4 attori.

Il pretesto su cui è costruito l’itinerario drammaturgico è dato dalle sculture di August Rodin.

“Il moto nasce e si conclude nelle figure, e la causa che lo suscita è un principio spirituale”.

Lo trama è suddivisa in tre momenti: il primo consiste nella trasformazione, il secondo nella profondità, il terzo nella costanza. Tema centrale, che unisce i tre momenti dell’opera, è il conflitto tra contrari, tra opposti, nel nostro caso tra il maschile e il femminile.

- Nella prima parte le opere di A. Rodin danno l’input e la direzione per dar forma all’idea drammaturgica: “L'uomo e la donna si preparano separatamente; e in maniera oscura si uniscono e non si uniscono; se non prepari i cuori non potranno amarsi.

- Nella seconda parte, saranno gli stralci di testo estrapolati da: “I Fratelli Karamazov” di F. Dostoevskij, a legittimare il percorso drammaturgico: “La conoscenza trascende la materia nel suo difficile viaggio interiore, ritornando alle facoltà dello spirito; interrompendo ogni forma di separazione”.

- Nella terza ed ultima parte, gli opposti tentano l’incontro: “Lo scopo qui è, la rappresentazione simbolica del “ritorno”, l'unione della dimensione spirituale a quella materiale”.

Ritorno, rappresentato emblematicamente dalla spogliazione e dallo smascheramento degli Dei; in un emblematico finale.

“Nei mutamenti del tempo e delle sue epoche, nelle forme cerchiamo il flusso perenne dello spirito, quel sentimento umano che partecipa al Sacro”.


Carciofirossi



Con:

Angela De Rossi

Luca Zangheri

Vincenzo Muriano

Maurizio Toccalino

Alessandra Bordino

Pieradolfo Ciulli


Coreografia: Angela De Rossi


Scenografia: Claudio Cerra


Regia, sceneggiatura e adattamento drammaturgico: Claudio Cerra


Musiche a cura di: Roberto Uberti


Video a cura di: Alessandro Preti


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