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Immagine del redattorecerraclaudio61

“JAGO”

Rivisitazione drammaturgica sul personaggio di Jago,

tratto dall’Otello di Shakespeare;

in una Produzione Teatrale Carciofirossi



Sua madre ebbe quel fazzoletto da una zingara egiziana,

una maga che sapeva leggere nel pensiero. Ma se lo avesse perduto o regalato

sarebbe diventata odiosa agli occhi del padre.

Perderlo o regalarlo sarebbe causa di grandi sventure.

“Perché, noi, crediamo tanto odioso ciò che danneggia i corpi mortali, da considerare meno grave ciò che colpisce le anime viventi?”

Chi era, veramente, Iago?


In una prima lettura dell’Otello, presi dall’emotività indotta ad arte da Shakespeare e dalla superficialità con cui il pensiero dominante ci induce a trattare la realtà, imbeccandoci; diremmo di trovarci davanti ad un individuo, invidioso e crudele; un vero personaggio malvagio. Uno dei personaggi simbolo nella storia del teatro, per la sua machiavellica perfidia.


A questa lettura sempre più preconfezionata e intenzionalmente parziale e indotta, veniamo iniziati; inariditi, al sano pensiero critico, a cui sono necessari l’indagine, lo studio e il dubbio. All’interno di questo secolare panorama coercitivo, mediatico-emotivo, veniamo risucchiati in un vortice di cui solo i singoli, possono divenirne gli unici possibili estrattori e creatori di quell’uscita dall’inganno o enigma, fatto di oppeste contraddizioni, da dirimere.


Questa breve premessa socio-culturale, nasconde al suo interno il tema centrale, a mio modo di vedere, della relazione tra Jago ed Otello, ed è l’incapacità dello spettatore, del lettore, degli individui, a guardare la realtà con i loro propri occhi:


“Guardate e non vedete, ascoltate e non sentite”


Quindi, Jago, rispetto ad Otello e alla vicenda narrata nella Tragedia è considerato, dai più, uno dei personaggi simbolo nella storia del teatro per la sua machiavellica perfidia.


Allora, proviamo a lasciare a Jago la difesa di se stesso:


JAGO: Bene.

Se devo dire qualcosa, sulle mie azioni, inizierei dicendovi che l’autore dell’opera, Shakespeare, per indurvi all’errore, si rivolge in prima battuta alla pancia del suo pubblico, tutelando se stesso e il messaggio che vuole trasmettere.

Solamente se voi vi accingeste ad un’ulteriore lettura, meno coinvolta emotivamente, sareste in grado di rintracciare gli indizi che l’Autore ha sparso qua e la nel testo, quelle chiare ed evidenti indicazioni; parole e dichiarazioni in grado di mettere in dubbio la nostra prima impressione e interpretazione sulla natura malvagia del personaggio da me interpretato.

L’Autore, in quelle righe, attende uno spettatore attento e “dotato”, capace di una precisa e autonoma valutazione dei fatti, per indicargli i segreti del testo.

Dal copione di “JAGO”:


Il consiglio che gli ha dato è sincero, onesto, logico; è l’unico mezzo per riavere il favore del Moro! Infatti, è facile convincere l’indulgente Desdemona a sostenere una causa giusta.[...]


Dovremmo, quindi, domandarci e riflettere in modo non superficiale su argomenti fondamentali come la violenza, figlia dell’ignoranza che ci alberga; e i conflitti che provengono dalle false rettitudini, risolvibili solo con il sacrificio di sé.


“Sappiate che parlo delle cose invisibili; giacché chi può affermare di aver visto l’anatomia della matrice? Tutti veniamo dalla matrice e nessuno l’ha mai vista,

poiché essa esiste prima dell’uomo”


Annullando il conflitto emotivo, le incomprensioni sedimentano e i personaggi svelano l’unico denominatore comune che li lega, come piani di uno stesso asse: Otello-Desdemona, Uomo-Donna, Potere-Sessualità, Bene-Male, Vita-Morte.

Tutte le antitesi sono risolte nel mio personaggio (Jago).

Provate ad immaginare Iago, il “Luogotenente” di Shakespeare, come un Demiurgo che agisce nella Storia; per arrivare a considerare la morte di Desdemona e Otello come qualcosa d’altro di una morte “Vera”; come una “Morte” nel campo dell’azione immaginaria, simile ad un’azione teatrale.

Dal Copione di JAGO:


Incorporee idee travestite da azioni immaginarie, confluirono nel personaggio; nessun atto o azione, modifica la materia e nello stesso tempo, trasmuta l’essere che la immagina! Gli atti che, io, avrei compiuto, partecipano di questa possibilità, sfruttandone tutte le potenzialità; una cosa è detta per una altra, in un’altra ne viene ribaltato il senso per rilevarlo, così come tanti altri artifici.

Certo è, che è difficile da comprendere, per chi non lo intende, ma sono certo che, non lo sia per chi invece comprende!


Qui, l’Autore, attende uno spettatore quietamente-agitato che fa dei suoi testi quello che in realtà “devono essere”.

Ma questa è un’altra storia.


IAGO: “Io…non sono quello che sono!”


BUFFONE; Il contenente era stato messo al posto del contenuto, ed è una similitudine di colui che ama eccessivamente una donna, tanto che il suo cuore è ferito dall’amore.


Nella capacità di leggere gli eventi, vi è qualcosa che ci descrive. Tanto più siamo in grado di penetrare i vari significati delle parole e degli avvenimenti tanto più noi conosciamo noi stessi.

IAGO: “Valutatemi in verità!”


Non avete mai, desiderato, ascoltare veramente…vero?

Se io, mi fossi mai sognato ciò che voi credete, avreste ragione di detestarmi e disprezzatemi pure se non è così !

Considerate che tre grandi in questa città si erano mossi di persona, andando umilmente a sollecitarlo perché mi nominasse suo luogotenente.

In fede, io so quello che valgo; so che non merito un posto inferiore.

Ma lui tronfio di quell’orgoglio che non vede al di là della sua ambizione e del proprio interesse,

cerca prima di non rispondere e poi, con un’allocuzione orribilmente imbottita di termini militari, in sostanza rifiuta. “Il fatto è”, conclude, “Peccato,…ho già scelto il mio luogotenente.”

E chi è costui!

Gran tecnico davvero

Volete sapere il suo nome?

Il suo nome…lo conoscete bene!

Il suo nome è Michele Cassio!

Un Michele Cassio qualsiasi!

Avete capito adesso!

(Dopo un po’ che osserva le reazioni del pubblico)

No… vero?!



Lo ripeto per l’ultima volta, Io, non sono quello che sembro.”


E voi, se volete che questa storia finisca qui e non si trasformi in quella tragedia che conoscete, andate dal padre della ragazza, buttatelo giù dal letto e dategli addosso, in questo modo darete addosso anche al Moro e tutta la tragedia potrebbe essere risparmiata a Venezia e alla Repubblica.

Così che questa storia e… solo questa, troverà la sua adeguata soluzione

Ma…io, soprattutto v’inviterei a cercare la matrice, la madre della ragazza, così, si farebbe prima e meglio, ne avremmo un vantaggio e in questo modo, io, non dovrei usar violenza…

…se la madre non c’è …?

…lì sta il dubbio!


Quindi, valutatemi in verità!


[...] Si può accusare qualcuno di aver fatto qualcosa a qualcun altro?

Gli si può imputare ciò che questo poi fece, e di tutte le conseguenze a qui portò!

Di tutto ciò che fu detto e fatto!

Sì, certo che si può, ma…solo se questo personaggio cui abbiamo offerto del vino, se pur con l’intenzione di farlo ubriacare, é un ragazzo, è un bambino; qualcuno, insomma, che non è in grado pienamente di intendere e di volere, certamente…non il luogotenente.


Chi era veramente Iago?

La risposta a questa domanda si ha nella misura in cui si comprenderà chi era, veramente, il suo Autore, Shakespeare?

Dal Copione originale di Jago:


IAGO: Si, l’ho ferito, ma… non l’ho ucciso!

Nell’Opera tutti gli atti che ho fatto gli ho fatti per uno scopo ben preciso.


BUFFONE: si, ma…sembravano reali!


IAGO: La realtà…

Come posso fare per fartelo capire!?

Seguendo l’ideale rinascimentale, Leonardo applica le sue conoscenze alle proporzioni umane e alla bellezza, mettendo in questo modo l’uomo al centro dell’universo.

Con questo si dice che Leonardo trovò una soluzione originale ed elegante, al problema di far combaciare i centri delle due figure geometriche. Come vedi il quadrato e la circonferenza hanno centri differenti. I genitali sono il centro del quadrato mentre l’ombelico è il centro della circonferenza.

Questa potremmo considerarla “la realtà!”

Ma…proviamo a esaminare le cose da un'altra angolazione!

Se la soluzione di Leonardo non mirasse, solo alla risoluzione del problema geometrico e l’uomo Vitruviano, fosse la rappresentazione di qualcosa d’altro?

Potrebbe essere…che ci voglia dire che i genitali sono il centro dell’uomo e che il quadrato nella sua essenza lo rappresenti?

Forse !

Potrebbe anche essere che l’ombelico sia il centro della donna e che il cerchio nella sua essenza la rappresenti.

Ricordi la “matrice”…

Forse !

Uno davanti all’altra?

Potrebbe essere!

Guarda ora!…e dimmi… se, immaginando che questa figura a due dimensioni acquistasse una sua profondità, una profondità che la rendesse tridimensionale cosa vedresti?

Potrebbe anche essere?…uno davanti all’altra?!

Ora, se cambi il punto da cui guardi, non riusciresti a sovrapporre i centri, delle due figure, in uno?

Un giorno se lo vorrai lo vedrai!

BUFFONE:

Quindi il consiglio che gli avete dato è sincero, onesto e logico; è l’unico mezzo, stando così le cose, per riavere il favore del Moro! Infatti è facile convincere l’indulgente Desdemona a sostenere una causa giusta. Essa è benefica come gli elementi della natura. Per lei il Moro rinnegherebbe il battesimo e tutti i sacramenti e il credo della redenzione. Egli è così preso dal suo amore, che essa può fare e disfare a suo piacere: ogni suo capriccio è come un comandamento divino per la debole coscienza del Moro.

E’ dunque un farabutto se consiglia a Cassio la via diretta che lo conduce al suo bene?

Logica dell’inferno!


IAGO: Conosco bene i miei conterranei. A Venezia, le donne confidano al cielo i capricci che non osano rivelare ai mariti.

L’onestà non consiste nel non fare una cosa, ma nel tenerla nascosta.


Io, apro il sacco e tutti vi s’infilano dentro.

Farò belare l’agnello nella notte, e la bestia cadrà nella trappola.


BUFFONE: Voi vorreste che lui rivelasse i suoi veri pensieri?

Iago è di una onestà esemplare e conosce profondamente l’animo umano. Dovrebbe invece essere scaltro: l’onestà è una pazzia, e chi vive onestamente cade in rovina.



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