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“PILADE”

DAL TESTO TEATRALE DI PIER PAOLO PASOLINI


Uno spettacolo al buio, dove si sperimenta la dimensione della Scenofonia, (scenografia dei suoni e delle parole)


Elaborazione


Claudio Cerra e Roberto Uberti


Con


Francesca De Nicolais

Vincenzo Muriano

Roberta Facchinetti

Valeria Scudieri

Rajan Craveri

Beatrice Quadri

Kicca Bertolone



Tre anni di lavoro sul testo, sulla parola intesa nella sua doppia accezione: una relativa al contenuto, l’altra ai suoi valori fonetici. E’ in questo percorso di contaminazione fra lingua e suono che nasce la ricerca di una forma nuova di fare teatro: Non un antiteatro ma un luogo e uno spazio di ascolto, per tentare di avvicinarsi alle tante e forti suggestioni che il testo già offre di per sé e che gli autori del progetto, Claudio Cerra e Roberto Uberti, hanno provato a tradurre in un linguaggio essenzialmente fonetico. Non a caso il lavoro riprende il titolo della prima tragedia di Pier Paolo Pasolini, Pilade appunto, e soprattutto la sua idea di teatro “di parola”, di teatro come discorso puro che riunisce in sé attore e testo e abolisce la figura del regista.


Per l’occasione hanno prestato la loro voce alcuni attori e studenti dell’Accademia Paolo Grassi di Milano. E queste voci sono state rielaborate nella forma, attraverso la sperimentazione tecnologica, proprio in funzione di un’importante coesione tra significato e significante.


Il progetto, in una sua fase intermedia, è stato presentato lo scorso anno al concorso per la Borsa Teatrale (Anna Pancirolli”, organizzato a Milano in collaborazione con il CRT (Centro di Ricerca per il Teatro), e ha meritato una menzione speciale, che qui riportiamo:




“E’ stata apprezzata la ricerca raffinata e coerente che fa uso del mezzo informatico con grande capacità e uguale sensibilità, evitando l’errore comune del virtuosismo tecnico (e quindi narcisistico), realizzando invece un lavoro in costante ascolto di un pensiero poetico forte, quasi ossessivo.

Un lavoro che forse, per queste sue peculiarità, si pone in una linea d’ombra, una linea di confine tra quella che è la scena teatrale e una scena artistica più ampia.”



Borsa tetrale “Anna Pancirolli”, Milano 2004

Menzione speciale al progetto tetrale Pilade,

Presentato da Claudio Cerra e Roberto Uberti



Pilade - Inizio


“PILADE”

di Pier Paolo Pasolini



Il Pilade di Pasolini è un'opera teatrale che sconvolge, rimescola le viscere del lettore attento e interessato, produce turbamenti in chi vi si sofferma per troppo tempo.

Apre la mente verso se stressi, alla propria oscurità..

Un testo che trasforma, restando enigmatico alla giovane mente; profetico.


Ripensando questo testo dopo tanti anni, ancora, rivela la profonda capacità di svelare l'intimità discesa nella profondità umana;

meandri della mente istintiva annidata nella carne fetida che diviene all'occasione l'unico bastione selvatico e salvifico per la risalita. Liberandoci dai paradossi e dalle illusioni, di un sistema di dominio che sempre più, e sempre più con eccitata astuzia,

da sempre inganna l'ingenuità "spensierata".



(…) Pilade è diventato quello che non si riconosce?

Pilade è diventato la ragione dello scandalo?

E’ lui la Diversità fatta carne,

venuta a fondare nella città

una matrice di tradimenti e di nuove realtà?

A mettere in dubbio l’ordine, ormai santo,

in cui viviamo nel segno della più pura Divinità?


Ma, chi era Pilade?

Chi di noi può dire, veramente,

di averlo conosciuto? (…)


(…) C’è nell’uomo un diritto

(a perdersi, a morire)

che Atena non sorveglia,

e che nessun altro Dio conosce.

Ebbene, io ora lo esercito.

E mentre noi tutti siamo qui

travolti dagli avvenimenti,

una musica, che dà scandalo e vergogna,

scorre stupendamente nella mia carne. (…)


Pilade - "In cosa consiste dunque la novità..."



Pilade - Finale












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